Claudio Magris nasce a Trieste il 10 aprile 1939.
Due soprattutto sono i luoghi a cui è legata la sua formazione intellettuale: Trieste, la città natale, crocevia di popoli e di culture, e Torino, dove, sotto la guida di Leonelli Vincenti, si laurea in Lingua e Letteratura tedesca.
Germanista, saggista e scrittore di rilievo internazionale, ha insegnato a Torino e in varie Università tedesche. Attualmente è docente di Letteratura Tedesca moderna e contemporanea nella Facoltà di Lettere dell’Università di Trieste.
Nel 1963 pubblica il suo primo libro, quel Mito asburgico nella letteratura austriaca moderna che diventerà punto di riferimento costante in tutti i suoi lavori successivi.
La sua intensa attività di studioso è testimoniata da numerosissimi lavori critici, traduzioni, prefazioni, nonché da elzeviri ed articoli di varia natura che appaiono su giornali e riviste nazionali e internazionali.
Dopo alcuni saggi specificatamente germanistici, come Wilhelm Heinse (1968) e Tre studi su Hoffmann (1969), egli prosegue il suo discorso sulla perdita della totalità quale condizione dell’uomo moderno con Lontano da dove (1971), un’indagine sull’opera dello scrittore Joseph Roth e sulla letteratura ebraica e yiddish.
Dalla collaborazione con il “Corriere della Sera”, iniziata nel 1967, nascono le raccolte Dietro le parole (1978) e Itaca e oltre (1982). Nel 1982 esce Trieste. Un’identità di frontiera, scritto un Angelo Ara; nel 1984 vengono pubblicati il saggio L’anello di Clarisse. Grande stile e nichilismo nella letteratura moderna, e il racconto Illazioni su una sciabola, l’esordio narrativo che fa conoscere l’autore al grande pubblico.
Nel 1986 Magris dà alle stampe Danubio, un itinerario spirituale e culturale nello spazio e nel tempo, che, al pari di altri suoi lavori, riscuote uno straordinario consenso di critica e di pubblico e viene tradotto in molte lingue.
Dalla lunga consuetudine del germanista con il teatro, sia in veste di studioso che di traduttore dei testi di Büchner, Grillparzer, Ibsen, Kleist, Schnitzler, nasce nel 1968 il dramma Stadelmann, messo in scena nel 1991 dal Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia per la regia di Egisto Marcucci.
Nel 1991 Magris pubblica il romanzo Un altro mare; nel 1993 il racconto Il Conde; nel 1995 il monologo Le Voci; nel 1997 Microcosmi. È del 1998 il suo più recente lavoro, la raccolta di saggi Utopia e disincanto.
Per la sua attività ha ricevuto importanti riconoscimenti quali le lauree ad honorem conferitegli dalle Università di Strasburgo (1991), Copenaghen (1993) e Klagenfurt (1995) e numerosi premi letterari tra cui il San Giusto d’oro (1984), il Bagutta Strega (1997) e il Premio speciale per la cultura della Presidenza del Consiglio (1998).
Nella XII legislatura (1994-1996) è stato Senatore della Repubblica.
Vive e lavora a Trieste.