Amin Maalouf nasce a Beirut nel 1949 da una famiglia di letterati e giornalisti.
Dopo gli studi universitari nel campo dell’economia e della sociologia, intraprende la professione di giornalista che lo porta ad occuparsi di politica internazionale e a viaggiare in diversi paesi come inviato. Collaboratore del quotidiano libanese “Al-Nahar”, nel 1976, quando la guerra civile dilania il suo Paese, si trasferisce in Francia, dove diventa redattore capo di “Jeune Afrique”.
Nel 1983 esordisce con il saggio Les croisades vues par les arabes (Le crociate viste dagli Arabi, 1989) che suscita subito vasta eco e lo propone all’attenzione internazionale. Questo successo lo porta dal 1985 a diventare scrittore a tempo pieno.
Nel 1986 pubblica il romanzo storico Léon l’Africain (Leone l’Africano, 1987 e 1995).
Nel 1988 riceve il Premio des Maisons de la Presse per Samarcande (Il manoscritto di Samarcanda, 1989 e 1994), libro che trae ispirazione dalla vita di Omar Khayyam, poeta e astronomo persiano scomparso all’inizio del XIII secolo.
Nel 1991 dà alle stampe Les jardins de lumière (I giardini di luce, 1993, 1996 e 2000), opera riguardante la vita di Mani, il profeta fondatore del manicheismo.
L’anno dopo è la volta del romanzo Le premier siècle après Béatrice (Il primo secolo dopo Beatrice, 2001) che precede la pubblicazione di Rocher de Tanios (Col fucile del console d’Inghilterra, 1994 e 1999) che gli vale l’assegnazione del Premio Goncourt nel 1993.
Nel 1996 pubblica Les échelles du Levant (Gli scali del Levante, 1997 e 2000) con il quale si aggiudica, nel 1998, i premi letterari Vittorini e Nonino.
Nel 1998, esce Les identités meurtrières (L’identità, 1999) che viene premiato dalla Fondazione Charles Veillon nell’ambito del Premio Europeo di Saggistica. Del 2000 il suo ultimo lavoro di narrativa, Le périple de Baldassare (Il periplo di Baldassarre, 2000), che riceve il Premio Grinzane Cavour edizione 2001.
Scrittore e saggista di successo i suoi libri sono tradotti in trenta lingue.
Maalouf è anche autore di un libretto d’opera L’amour de loin che, con musica della compositrice finlandese Kaija Saariaho, viene rappresentata al Festival di Salisburgo nell’estate del 2000.
Vive e lavora a Parigi.