Dacia Maraini nasce a Firenze da madre siciliana, la pittrice Topazia Alliata di Salaparuta, e da padre anglo-fiorentino, l’etnologo Fosco Maraini.
Nel 1938 si trasferisce con la famiglia in Giappone, dove il padre è impegnato in uno studio sugli Ainu, popolazione dell’Hokkaido in via di estinzione.
Dal 1943 al 1945 la scrittrice conosce la dura realtà del campo di concentramento, avendo i suoi rifiutato l’adesione alla repubblica di Salò alleata dell’impero nipponico. Rientrata in Italia dopo la fine della guerra si stabilisce dapprima in Sicilia e successivamente a Roma dove tuttora vive e lavora.
Talento letterario precoce ed eclettico, a ventuno anni fonda assieme ad altri coetanei la rivista «Tempo di letteratura» e inizia a collaborare, scrivendo racconti, a riviste quali «Paragone», «Nuovi argomenti», «Il mondo».
Nel 1962 pubblica il primo romanzo, La vacanza, cui fanno seguito L’età del malessere (1963, Premio Formentor) e A memoria (1967).
Nel 1968 dà alle stampe il libro di racconti Mio Marito, nel 1970 il libro di teatro Il ricatto a teatro e altre commedie.
Nel 1972 pubblica un nuovo romanzo, Memorie di una ladra, da cui verrà tratto il film “Teresa la ladra” per la regia di Carlo di Palma e l’interpretazione di Monica Vitti.
Nel 1973 fonda assieme con Lù Leone, Francesca Pansa, Maricla Boggio e altre, “Il Teatro La Maddalena”, interamente gestito e diretto da donne, dove, nel 1978, vi si rappresenta il testo Dialogo di una prostituta con il suo cliente, che la vedrà imporsi all’attenzione internazionale.
Nel 1975 pubblica Donna in guerra e di lì a poco un altro fortunato testo teatrale, Maria Stuarda, tradotto e rappresentato in ventidue Paesi.
Nel 1980 scrive Storia di Piera in collaborazione con Piera degli Esposti. Il regista Marco Ferreri ne ricaverà un film con Marcello Mastroianni, Hanna Schygulla e Isabelle Huppert.
Nel 1984 pubblica il romanzo Il treno per Helsinki, nel 1985 Isolina (Premio Fregene) nel 1986 Il bambino Alberto e nel 1987 La bionda, la bruna e l’asino.
Del 1990 è La lunga vita di Marianna Ucrìa. Oltre ai calorosi consensi di critica e di pubblico, il romanzo riceverà prestigiosi riconoscimenti tra i quali ricordiamo il Premio Super Campiello. Dal testo il regista Roberto Faenza trarrà il film “Marianna Ucrìa”, mentre, su adattamento della stessa autrice, Lamberto Puggelli ne curerà la versione teatrale per lo Stabile di Catania.
Nel 1991 escono la raccolta di versi Viaggiando con passo di volpe (Premi: Mediterraneo; Città di Penne) e il lavoro teatrale Veronica, meretrice e scrittora; nel 1993 le opere di narrativa Bagheria (Premi: Rapallo-Carige; Scanno; Joppolo) e Cercando Emma; nel 1994 Voci (Premi: Vitaliano Brancati – Zafferana Etnea; Città di Padova; Internazionale per la narrativa Flaiano).
Nel 1996 esce la raccolta di poesie Crudeltà all’aria aperta. Sempre nello stesso anno la scrittrice promuove con Alberto Moravia ed Enzo Siciliano “Il Teatro del Porcospino”, in cui vengono rappresentate solo novità di autori italiani: da Gadda a Parise, da Moravia a Wilcock, da Siciliano a Tornabuoni.
Nel 1997 la Maraini scrive il testo teatrale Diario di una cameriera, liberamente tratto da “Le journal d’une femme de chambre” di Mirabeau, che verrà rappresentato dal Teatro Stabile dell’Umbria per la regia di Luca Ronconi.
I grandi temi sociali, la vita delle donne, i problemi dell’infanzia che hanno caratterizzato la sua opera sin dagli esordi sono ancora al centro della sua produzione più recente: Un clandestino a bordo (1996) e la raccolta di racconti Buio (1999) che ha vinto il Premio Strega.