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Teatro

D’UN TRATTO NEL FOLTO DEL BOSCO

Favola per adulti e bambini tratta dall’omonimo romanzo di Amos Oz
rielaborazione drammaturgica di Antonella Caruzzi
figure e ombre a cura di Controluce Teatro d’Ombre – Torino
musiche originali di Aldo Tarabella
regia di Roberto Piaggio
produzione Centro Regionale di Teatro di Animazione e di Figura, Thesis/Dedicafestival, Ert Friuli Venezia Giulia

Prima nazionale

 

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C’è un villaggio sperduto tra i monti, isolato dal resto del mondo, grigio e triste, dominato da un silenzio innaturale. Unico rumore il gorgoglio del fiume che scende dai boschi, o il vento che stormisce tra le fronde. E il rumore dei catenacci che sprangano porte e finestre al calar della sera.
É un mondo di soli umani, perché gli animali, tutti, sono misteriosamente scomparsi.

É un mondo dominato dalla paura: paura del buio, paura del bosco e dei monti che circondano il paese, paura di Nehi, il demone del bosco che si aggira di notte tra le strade deserte. E paura dell’altro quando è “diverso” da te. Un mondo nel quale non c’è spazio per chi fa troppe domande. Sul come e perché gli animali se ne siano andati dal villaggio la gente tace, preferisce non sapere, non ricordare. Chi invece si strugge nel ricordo come Almon il pescatore che continua mattina e sera a fischiare al suo cane, o la maestra Emanuela che insegna ai bambini i versi degli animali, o Lilia la fornaia che sparge briciole di pane per uccellini che non ci sono più, viene considerato un po’ matto, emarginato, preso in giro, malato di “nitrillo”. Così come chi vuol sapere la verità.
Maya e Mati, inoltrandosi nel bosco alla ricerca del mistero del villaggio, troveranno il luogo dove si sono rifugiati tutti gli animali: un giardino meraviglioso nel quale tutti si accettano e vivono in armonia. Animali domestici e animali selvaggi, animali belli e animali brutti, animali simpatici e animali respinti dal comune immaginario.
Qui, nel bosco, Mati e Maya trovano anche: Nehi il demone e Nimi il bambino puledrino malato di “nitrillo”, che hanno imparato a parlare le lingue degli animali, semplici ed essenziali, prive di parole che feriscono.

Una favola rivolta ai bambini e agli adulti: la descrizione di una realtà triste sulla quale si proietta l’utopia di un mondo privo di aggressività e di violenza.

Due spazi della mente e del cuore, che lo spettacolo cerca di riproporre come mondi separati e distanti che prendono vita, attraverso la voce di un narratore, dalla forza evocatrice delle parole di Amos Oz.


giovedì 15 Marzo, 10:00

Teatro Comunale Giuseppe Verdi

Pordenone - Viale Franco Martelli, 2