Cornelis Johannes Jacobus Maria Nooteboom nasce a l’Aia in Olanda il 31 luglio 1933. Autore di romanzi, poesie, saggi, opere teatrali e letteratura di viaggi è ritenuto uno dei più originali autori europei contemporanei.
Perde in tenerissima età il padre, morto durante un bombardamento aereo, e con la famiglia è costretto a sfollare in campagna. Forse proprio da questo momento il viaggio e il senso dell’altrove acquisteranno per lui un’importanza così grande da diventare modello esistenziale e metafora letteraria per i romanzi futuri. Dopo la fine della seconda Guerra Mondiale, all’età di tredici anni, compie gli studi in collegi francescani, carmelitani e domenicani. Sarà in quei luoghi che svilupperà quell’amore verso la cultura classica e l’esperienza estetica che troviamo nei suoi saggi e negli articoli, ma anche quel suo senso di ribellione verso tutte le forme rigide dell’esistenza. Ultimati gli studi inizia a girare il mondo, va in Sud America, facendo il mozzo su una nave, e agli inizi degli anni Cinquanta gira per l’Europa in autostop.
Talento precoce, si rivela a soli ventidue anni, nel 1955, con Philip en de anderen (Philip e gli altri, 2005). Il romanzo, considerato un’anticipazione degli ideali nomadi della Beat Generation e del libro di Jack Kerouac Sulla Strada, diviene subito un grande successo letterario.
A questo libro ne seguiranno molti altri. La sua bibliografia è estesa e composita e oltre alla narrativa non trascura resoconti di viaggio e reportages.
È cronista privilegiato a Budapest nel 1956, a Parigi nel 1968 e a Berlino nel 1989. È anche traduttore di poesia spagnola, catalana, francese e tedesca e di autori teatrali come Tennessee Williams e Sean O’ Casey.
Tra le sue opere pubblicate in Italia ricordiamo per la narrativa Il canto dell’essere e dell’apparire (1991), La storia seguente (1991 e 2000), Rituali (1993), Mokusei (1994), Le montagne dei Paesi Bassi (1996), Il giorno dei morti (2001), Perduto il Paradiso (2006), Philip e gli altri (2005), Le volpi vengono di notte (2010), Avevo cento vite ne ho preso una sola con Rudiger Safranski (2011); per la letteratura di viaggio Verso Santiago (1994), Il Buddha dietro lo steccato (1997), Hotel Nomade (2003); per la saggistica Come si diventa europei? (1994); per la poesia Autoritratto di un altro (1998), Le porte della notte (2003).
Per i suoi lavori, pubblicati in trentasette lingue, riceve numerosi riconoscimenti tra cui Premio Pegaso (1982), Premio Aristeion della Comunità Europea (1993), il Premio Grinzane Cavour (1994), il Premio dello Stato Austriaco per la Letteratura (2002), il Premio Goethe (2003), il Premio Europeo di Poesia (2008), il Premio della Letteratura Nederlandese (2009), il Premio Chatwin (2010) e il Premio Adenauer (2010).
Vive tra Olanda, Germania e Spagna.