Scrittore nigeriano di stirpe yoruba e di lingua inglese, Soyinka nasce ad Abeokuta nel 1934.
Si laurea all’Università di Ibadan (Nigeria), poi a quella di Leeds (Inghilterra) e segue i corsi di arte drammatica al Royal Court Theatre di Londra. Tornato in patria, fonda due compagnie teatrali. All’inizio della guerra del Biafra un suo appello per la conciliazione gli costa due anni di prigionia (1967-69). Liberato alla fine della guerra, diventa presidente dell’Istituto internazionale del teatro dell’UNESCO nel 1985 e l’anno successivo riceve il premio Nobel per la letteratura. Dopo il colpo di Stato di Abacha (1993) Soyinka denuncia più volte le violenze del regime golpista nigeriano. Messosi in salvo all’estero, viene condannato in contumacia alla pena capitale per tradimento, condanna poi abbandonata nel 1998 dopo la caduta di Abacha.
Poeta intimo e profondo, sottilmente inquieto, narratore notevole per tecnica e psicologia, Soyinka è soprattutto drammaturgo. Il suo teatro, ora potentemente drammatico, ora percorso da un sottile umorismo o da un violento sarcasmo, si ricollega alla tradizione yoruba per la capacità di fondere testo, musica e danza, realtà e mito. In uno stile solo apparentemente realistico, ma denso di significati simbolici, Soyinka esprime indignazione verso un mondo feroce e disperato, dominato dalla stupidità e dalla bassezza dell’uomo.
Gli interpreti (1979)
Teatro vol. 1° (1979) – vol. 2° (1980)
Stagione di anomia (1981)
Akè: gli anni dell’infanzia (1984, 1995, 2012)
La foresta dei mille demonii (1985)
L’uomo è morto (1986)
Mito e letteratura nell’orizzonte culturale africano (1995)
Isarà: intorno a mio padre (1996)
Turisti e soldatini (2000)
Le Baccanti di Euripide: un rito di comunione (2002)
Clima di paura (2005)
Il peso della memoria, la tentazione del perdono (2007)
Sul far del giorno (2007)